Il mestiere dell'arrotino per la Val Resia rappresenta un vero
patrimonio storico e culturale. Storicamente, infatti, la natura
isolata della valle ha fatto sì che i suoi abitanti, alla ricerca di
lavori che permettessero loro di mantenersi, si specializzassero in
questa particolare professione. Già dalla fine del XVIII secolo
molti resiani, soprattutto quelli originari di Stolvizza, iniziarono
a dedicarsi a questa arte; erano loro che, annunciati dal famoso
grido “Arrotinooo!”, girovagavano di piazza in piazza per
affilare forbici e coltelli degli abitanti di borghi e cittadine a
valle e in pianura. Molti resiani, inoltre, esportarono la
professione nel resto della regione e anche oltre i suoi confini
(specie nelle città dell’ex impero asburgico, fino anche in
Croazia e in Romania).
A Resia, quindi, la volontà di tutelare
la memoria di quest’arte si è concretizzata nella nascita di una
mostra permanente che ripercorre l’evoluzione del mestiere e il suo
radicamento in questo particolare e straordinario territorio, immerso
nelle valli delle Prealpi Giulie. Col passare del tempo la mostra
permanente ha preso sempre più importanza e dal 2005 è diventata un
vero e proprio museo: il Museo dell’arrotino. L’iniziativa di
salvaguardia di questo particolare patrimonio culturale è stata
realizzata dal Comitato Associativo Monumento all’Arrotino di
Stolvizza, un’associazione formata da 8 arrotini con scopo di
ricordare i loro antenati, che da qui partivano e andavano "per
le strade del mondo impregnandole di fatica e sudore".
Un
museo unico nel suo genere, rivolto a chi cerca un contatto profondo
con i territori che visita e cerca di entrare con esso in sincera
sintonia, cercando di coglierne le sfumature più profonde… Il
tutto nella fantastica cornice naturalistica della val Resia, tutta
da vivere e tutta da scoprire.